Per “agenesia dentale” si intende la mancanza permanente e definitiva di un dente, sia da latte che permanente. Certamente la causa è dovuta ad un fattore ereditario infatti spesso la si riscontra in fratelli e consanguinei. Le agenesie posssono essere conseguenza anche di un trauma, di un’infezione, di carenze nutrizionali, di patologie neuroendocrine, od essere parte di complesse sindromi ereditarie, per fortuna molto rare, che coinvolgono molti organi e tessuti. Generalmente quando c’è l’agenesia di un dente da latte quasi sempre si osserva la mancanza del corrispondente dente definitivo. L’agenesia il più delle volte interessa un singolo elemento e meno frequentemente può interessare più elementi. L’agenesia dentale è un’evenienza molto frequente che interessa circa il 10% degli individui. I denti che più frequentemente vengono interessati sono gli ottavi superiori e inferiori, seguono gli incisivi laterali e poi i secondi premolari inferiori.
Per quanto riguarda l’agenesia dei terzi molari a guardar bene, si dovrebbe considerarla quasi una fortuna in quanto molto spesso la loro presenza crea sofferenza e danni tanto che spesso è indicata la loro avulsione. Tutto ciò perché, secondo varie statistiche, nel 95% dei casi mancherebbe lo spazio sufficiente per una loro normale eruzione.
Ben più grave è l’agenesia degli incisivi laterali: si può riscontrare un’agenesia monolaterale, bilaterale ed anche agenesia monolaterale con incisivo controlaterale conoide (di forma conica e di ridotte dimensioni). In tutti i casi si dovranno affrontare problemi occlusali e problemi di tipo estetico con valenza molto importante che comporteranno una difficile pianificazione che necessariamente andrà discussa con il paziente e con i genitori.
L’agenesia dei premolari inferiori comporterà le stesse problematiche degli incisivi laterali con minor valenza della componente estetica.
L’agenesia di un dente da latte quasi certamente sarà associata all’agenesia del dente permanente corrispondente e come logica conseguenza, in quella zona, l’osso basilare si svilupperà pochissimo rendendo molto più difficile e problematica la risoluzione del problema soprattutto dal punto di vista estetico.
E’ evidente che se manca un dente nell’arcata bisognerà fare una diagnosi differenziale per stabilire se si tratta di una agenesia o di un dente che è rimasto incluso. La valutazione del tipo di occlusione sarà di aiuto nell’orientamento diagnostico: un eccessivo ritardo del tempo di permuta in una normo-occlusione ci farà sospettare un’agenesia; in presenza di una malocclusione si potrà ipotizzare una ritenzione del dente permanente per mancanza di spazio. Solo una OPT (ortopantomografia o radiografia panoramica dentale) potrà dirimere ogni dubbio diagnostico: un OPT andrebbe comunque eseguita ai 6 anni. L’eccessiva permanenza di un dente da latte nell’arcata non è mai normale e non è assolutamente un fatto da sottovalutare. L’eventuale diagnosi di agenesia va fatta il più presto possibile perché il problema va affrontato quanto prima. Non ci devono essere ritardi nel trattamento che è sempre ortodontico; rimandare il problema in età successive significa solo incontrare maggiori difficoltà per la risoluzione del problema.
Il trattamento ortodontico delle agenesie presenta essenzialmente due possibili soluzioni: una prima soluzione finalizzata a creare e mantenere lo spazio per i denti mancanti che in maggiore età andranno sostituiti protesicamente. Oppure si interviene per chiudere tutto lo spazio dei denti mancanti e quindi pur con uno o più denti in meno, si terminerà il trattamento ortodontico portando il bambino in normoocclusione. Questa seconda soluzione è sicuramente più semplice e rapida ma non sempre è quella ottimale: andrà benissimo in caso di agenesia dei premolari mentre andrà meno bene in caso di agenesia degli incisivi laterali in quanto un sorriso senza i laterali non è affatto un bel sorriso, non estetico.
Per intraprendere un corretto piano terapeutico sarà fondamentale e dirimente l’analisi cefalometrica. La cefalometria è un’analisi che contempla diverse misurazioni eseguite sul radiogramma del cranio in proiezione laterale. Questo esame ci svela la struttura ossea, e quindi la base dove saranno alloggiati i denti ed inoltre, tramite la misurazione della struttura scheletrica del bambino, si otterrà una previsione di crescita che indicherà se mantenere o chiudere gli spazi dei denti mancanti per agenesia. Nel caso sia opportuno, in base a queste analisi, chiudere gli spazi il trattamento ortodontico, come già detto, sarà semplice e rapido. Se al contrario, in seguito alla valutazione cefalometrica, si propende per aprire, mantenere e stabilizzare gli spazi per poi, in maggior età, trovare una soluzione protesica. Per il periodo intermedio, si dovranno trovare le migliori soluzioni provvisorie per assicurare un’estetica ottimale che consenta una normale vita sociale.