Il grillz: una moda poco salutare per i denti.

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Il grillz: una moda poco salutare per i denti.

Il grillz è una forma di decorazione che si fa risalire agli usi e costumi delle popolazioni africane del Senegal e Mali, per poi diventare, alla fine degli anni ‘80, il simbolo tradizionale della popolazione afro-americana.
Col passare del tempo il grillz si è diffuso sempre più sino a diventare un oggetto del desiderio di molti giovani. Molta della sua fortuna la si deve sopratutto ai rappers più famosi che lo indossavano nei loro videoclip musicali. Non a caso “Grillz” è il titolo di un brano del famoso rapper statunitense Nelly.
Ed ancora, il grillz era molto di moda anche tra tutti quelli che si identificavano nell’hip-hop. Calarsi nello stile hip-hop significava indossare jeans baggy dalla gamba larga, magliette bianche o casacche sportive, scarpe alte da pallacanestro, berretto o do-rag, ciondoli appariscenti e luccicanti e per finire i grillz.
Il grillz, detto anche front, è un decoro che per il suo messaggio intrinseco, deve essere necessariamente appariscente e visibile. È un look che deve colpire e deve essere riconoscibile in modo istantaneo. Portare i grillz deve suggerire l’idea di un grande benessere economico, come se non ci siano più punti liberi per portare i gioielli e dunque si è costretti a ricorrere alla bocca. Il grillz è sicuramente l’elemento più caratterizzante del famoso style bling bling della cultura hip-hop che dopo anni di isolamento cerca di uscire dai ghetti per conquistare il mondo intero.
Si tratta di apparecchi preferibilmente in oro, in argento, in platino eventualmente impreziositi con diamanti o pietre preziose. Si applicano sui denti o tra i denti o entrambe le possibilità. In genere sono rimovibili, ma alcuni li portano in modo permanentemente come nel caso del famoso rapper Lil Wayne, che per questo motivo, pare abbia avuto seri problemi ai denti.
Ultimamente la pop star Madonna ha pensato di riprendere il trend in voga tra gli artisti hip-hop degli anni ’80 e ha lanciato la moda del grillz. In occasione dell’inaugurazione della sua nuova palestra a Roma, l’Hard Candy Fitness, ha sfoggiato il suo bel sorriso esibendo il suo nuovo must: il Grillz. Ed è frequente che quando un’icona dello spettacolo detta una tendenza, tutti cominciano ad imitarla.
Oggigiorno l’apparecchio gioiello grillz è diventato un must assoluto delle star. Di certo è una moda abbastanza stravagante ma per stare al passo con le tendenze, quasi tutte le star hanno usato almeno una volta il Grillz come simbolo di bellezza e potere. Il grillz è diventato una vera e propria mania che sta avendo un successo senza precedenti. Ne è rimasto sedotto il guru della moda Karl Lagerfeld, a seguire Rihanna, Lady Gaga, Katy Perry e per finire Beyoncé che ha sfoggiato un grillz super luccicante d’oro durante la campagna elettorale in favore di Obama.
Ormai è l’oggetto cult più invidiato del momento tanto che a Londra e New York già iniziano a diffondersi cliniche odontoiatriche che lo realizzano di tutte le forme e colori e con varie decorazioni.
Certamente il grillz non è un toccasana per denti e bocca, ma se non si sa proprio resistere alla voglia di seguirne la moda bisogna fare alcune considerazioni. Le star usano grillz dentali realizzati con metalli di alta qualità e sanno bene come e per quanto tempo indossarli senza compromettere eccessivamente la salute orale.
Molto probabilmente invece, chi non può permettersi di spendere diverse migliaia di euro, probabilmente non conosce i pericoli a cui va incontro indossando grillz preconfezionati e realizzati con metalli scadenti come quelli che si possono reperire su internet al costo di un centinaio di euro. Un uso prolungato del grillz può provocare mal di testa, dolore ai denti, carie e alitosi. Il grillz, inoltre, può danneggiare lo smalto dei denti e scalfirne la superficie. Nei casi più gravi si può avere uno spostamento dei denti e la conformazione dell’arcata dentale risulta modificata.
La conseguenza diretta di questo fenomeno è, per esempio,un’accentuata malocclusione dentale, a sua volta responsabile di problemi più o meno importanti sia per i denti che per la colonna vertebrale. I pericoli per la salute dentale derivano anche dalla scelta del materiale: chi non può permettersi apparecchi d’oro e di platino corre il rischio di indossare grillz realizzati con metalli scadenti che accentuano la possibilità di diffondere batteri e acidi che attaccano denti e gengive.
In conclusione se si vuole indossare a tutti i costi un grillz è fondamentale che non sia preconfezionato ma individuale e quindi che sia realizzato su misura da un odontoiatra. Va realizzato con materiali anallergici, va rimosso durante i pasti, i denti vanno lavati con particolare cura e il grillz dovrà essere igienizzato e pulito con lozioni per metalli atossiche.

Dott. Savino Cefola

 


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Parodontite e parto prematuro.

Secondo un recente studio condotto dai ricercatori della Scuola di Medicina Dentale dell’Università della Pennsylvania, la parodontite ha uno stretto legame con le probabilità di avere un parto prematuro. Curare quindi le gengive, si legge sulla rivista BJOG, l’International Journal of Obstetrics and Gynaecology, può ridurre il rischio.
Per arrivare a queste conclusioni, gli scienziati hanno esaminato 322 donne in gravidanza, tutte affette da parodontite. Le donne sono poi state suddivise in due gruppi atti a ricevere rispettivamente informazioni su una corretta igiene orale e un trattamento che prevedeva la pulizia sopra e sotto il bordo gengivale e altri trattamenti per il controllo dell’infezione. E, per le appartenenti al secondo gruppo – quello di controllo – solo le istruzioni per l’igiene della bocca.
Dai primi risultati sono emerse differenze non ritenute significative. Nello specifico, il 52,4% delle donne del gruppo di controllo ha avuto un parto pretermine; il 45,6% delle donne del gruppo trattato per la parodontite ha avuto anch’esso un parto pretermine. Ma, con il proseguire del trattamento, le cose sono cambiate.
Le partecipanti sono state esaminate 20 settimane dall’inizio del trattamento e si è scoperto che l’infiammazione gengivale era ridotta e non vi era stato un aumento nel distaccamento della gengiva dal dente. Ma, quello che è invece subito apparso evidente è che delle 160 donne trattate con successo, solo l’8% ha avuto un parto pretermine; al contrario, tra le 111 donne che non hanno beneficiato dal trattamento ben il 62% ha avuto un parto prematuro.
I risultati, fanno notare i ricercatori, sono stati mediati dal successo o meno del trattamento della parodontite. Infatti, tra le donne che non hanno avuto benefici del trattamento si è verificato l’evento del parto pretermine. Da qui la necessità di intervenire per tempo a curare le eventuali infezioni parodontali in modo da poter ridurre il rischio di parto prematuro.

fonte: La Stampa Salute


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Gomma da masticare e denti: tutto quello che c’è da sapere.

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Category : Odontostomatologia

La gomma da masticare ha origini antiche: sembra che già i Maya usassero masticare palline di “Chicle”, dal nome della pianta da cui si estrae la gomma commestibile. Ad inventarne la versione moderna fu l’americano William Semple, che la brevettò nel 1869. Le “chewing gums” in commercio oggi sono di due tipi: a base di gomma naturale o sintetiche (polisobutilene).
Ingredienti amici dei denti: Xilitolo e Fluoro.
Se le gomme dei tempi che furono erano insapori e inodori, quelle che acquistiamo oggi sono accomunate dal fatto di essere dolcificate e dotate di un sapore deciso (menta, frutta, cannella etc). Il sapore dolce è dato dall’aggiunta di dolcificanti: a seconda dell’additivo usato, il dentista può consigliarne o meno l’utilizzo; infatti, gli additivi dolcificanti come l’aspartato dovrebbero essere contenuti in una misura inferiore ai limiti soglia di sicurezza previsti.
Masticare una gomma contenente zucchero può fare male ai denti a causa del contatto prolungato delle superfici dentali con lo zucchero, noto fattore negativo perché crea un terreno ideale per lo sviluppo di carie ad opera dei batteri cariogeni contenuti nella placca. Se la gomma invece contiene dolcificanti come lo xilitolo (E967), o “zucchero del legno”, allora masticarla non fa male ai denti, anzi, può aiutare a prevenire la carie. Lo xilitolo è un succedaneo dello zucchero tradizionale, estratto da legno, fragole, lampone, prugna, mais e grano e da alcune ricerche, sembra possa non solo contribuire a ridurre la formazione della placca, ma anche favorire la rimineralizzazione di piccole lesioni dentarie. Se poi allo xilitolo si aggiunge la presenza di fluoro, gli aspetti positivi della masticazione della gomma si fanno più evidenti.
Aspetti meccanici: gomma sì o gomma no.
Oltre ai vantaggi chimici, masticare la gomma può far bene ai denti anche in virtù della meccanica della masticazione. Masticare il chewing gum dopo i pasti può aiutare a rimuovere i residui di cibo dai dentie aumentando la salivazione, indurre uno spostamento verso il basico del PH della bocca con conseguente inibizione nello sviluppo della carie. Masticare la gomma può però anche fare male, se si esagera: masticando per molte ore al giorno, si va incontro ad una sollecitazione eccessiva dei muscoli addetti alla masticazione e ad un aumento di produzione di acidi da parte dello stomaco. Non solo: eccedere nel numero di gomme masticate nelle 24 h può causare fastidiose conseguenze anche all’intestino se si sceglie la versione senza zucchero e dolcificata con prodotti come il sorbitolo che ha effetti lassativi.
Gomme da masticare e prevenzione.
Secondo il protocollo di prevenzione della carie C.A.M.B.R.A, Caries Management By Risk Assesment introdotto dalla California Dental Association, esiste un criterio di somministrazione di gomme da masticare in rapporto al grado di rischio individuale di contrarre carie nelle persone sopra i sei anni.
Infatti per il rischio di carie moderato, elevato e molto alto dedotto da punteggi individuali di rischio è consigliato l’uso di gomme allo xilitolo da 6 a 10 al giorno massimo.

fonte: www.sorrisoideale.it


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Il tè macchia i denti?

Il tè è certamente uno dei maggiori responsabili delle macchie esterne dei denti. Tali discromie si devono sopratutto al suo alto contenuto di tannini, composti polifenolici di colore marroncino. Tali sostanze hanno la capacità di legarsi tenacemente alle proteine, comprese quelle presenti nel cavo orale, ad esempio nello smalto dei denti, nella saliva e nella placca batterica.
Pertanto, tutti gli alimenti ricchi di tannini tendono a macchiare i denti. Ad esempio, si è più soggetti a discromie dentali se si consuma tè nero al posto di quello verde, poiché quest’ultimo è generalmente meno ricco di tannini. Tali sostanze sono tipiche del regno vegetale e abbondano anche nel vino rosso e in molte piante medicinali utilizzate per decotti o infusi contro la diarrea.
Il caffè contiene molti meno tannini rispetto al tè, ma tende comunque a macchiare i denti perché ricco di pigmenti scuri che vengono trattenuti dalla placca, dal tartaro e dalle porosità dello smalto dentale.

Tratto da Mypersonaltrainer


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Mele e igiene orale: le mele fanno bene ai denti?

 

Una storica pubblicità rivolta alla promozione di prodotti per la cura dell’igiene orale ha associato a lungo il morso di una mela al concetto di salute e bellezza dei denti. Ma le mele possono davvero essere preziosi alleati per la salute dei nostri denti?
A tal proposito alcuni dettagli sono molto importanti; nella pubblicità in questione, ad esempio, si utilizzava una mela verde e croccante (presumibilmente della varietà granny smith), mangiata con la buccia.
Questo tipo di mela si caratterizza per un minor contenuto di zuccheri rispetto ad altre varietà; inoltre, se consumata ancora acerba, il suo contenuto zuccherino è inferiore rispetto a quello del frutto maturo.
Importantissimo anche il consumo della mela con la buccia; infatti, proprio come le setole dello spazzolino e il filo interdentale, durante la masticazione la buccia della mela contribuisce alla detersione meccanica dell’apparato dentale e parodontale.
Un’altra caratteristica della mela verde è l’alta concentrazione di acido malico, responsabile del gusto acidulo del frutto. Come tutte le sostanze acide, l’acido malico aiuta a sbiancare i denti; tuttavia, può anche creare danni alla superficie dello smalto e della sottostante dentina, il che può creare qualche problema ai soggetti con denti sensibili e poco mineralizzati. Va comunque aggiunto che le mele vengono spesso indicate come alimenti con un discreto contenuto di fluoro, noto minerale dall’effetto preventivo contro la fragilità dello smalto e la carie.
Un risciacquo della bocca con acqua dopo il consumo di una mela può comunque contribuire a riportare il pH orale alla normalità, prevenendo i danni allo smalto e completando l’azione detersiva del frutto.

Tratto da Mypersonaltrainer


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Perché il fumo macchia i denti?

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Category : Odontostomatologia

 

La nicotina e il catrame sono i due maggiori responsabili delle macchie da tabacco nei denti.
La nicotina, pur essendo di per sé incolore, assume tonalità giallognole quando si lega all’ossigeno atmosferico. Il catrame è invece scuro, tendente al nero.
Nei fumatori, comunque, le macchie dentali dipendono – più che dall’intensità del fumo – soprattutto dalle quantità di placca e tartaro presenti, a cui si legano le molecole pigmentati del tabacco.
Sebbene non sussistano differenze significative nelle quantità di placca presenti in fumatori e non fumatori, vi sono divergenze nella composizione in termini di flora batterica; nei fumatori, infatti, è più alto il rischio di colonizzazione da parte di specie microbiche ostili per la salute dei denti.
Il fumo tende anche a pigmentare alcuni tipi di protesi. Inoltre, è stato dimostrato come nei fumatori siano maggiori i problemi di macchie dentali legate all’utilizzo di soluzioni e gel contenenti clorexidina.

 

Tratto da Mypersonaltrainer


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L’igiene orale comincia a tavola.

L’80% della popolazione mondiale soffre per la carie, un cittadino italiano su due è, ancora oggi, affetto da carie, ad essere interessati prevalentemente gli adulti (tra i 30 e i 50 anni), e la carie è direttamente correlata a una scarsa igiene orale: il 77% dei soggetti con cattiva igiene orale presenta carie a fronte del 34% con buona igiene orale. Scarsa salute orale che diventa anche un problema sociale visto che i cittadini europei perdono in media ogni anno 6 giorni di lavoro per le cure odontoiatriche con un costo di 79 miriadi di euro.
A ricordarlo Giampietro Farronato, professore Ordinario di Ortognatodonzia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e presidente SIDO presente ad un evento organizzato da Colgate per sottolineare come il cibo possa essere un alleato per la salute orale. E non poteva essere che Eataly di Milano la sede che ha ospitato la presentazione.
Il cibo e salute orale è un binomio inscindibile e molto spesso si associa, giustamente, certi cibi al rischio carie ma non è sempre
così, a volte il cibo può essere un alleato per tutelare al salute orale.
Ovviamente, ha ricordato il prof. Farronato, “zuccheri ed altri cibi possono alterare i livelli di acidità e la quantità di zuccheri presenti nella saliva”, quindi male. Bene, invece, se ci laviamo i denti almeno 20 minuti dopo che abbiamo mangiato, non avremo “alimentato” il batteri che favoriscono la carie e neppure “corroso” le superfici dei nostri denti.

Ma se non possiamo lavarci i denti dopo ogni pasto?
Il cibo può venirci in aiuto, l’Igiene orale passa anche attraverso una sana alimentazione, ha detto la prof.ssa Erna Lorenzini, medico, professore Aggregato in Scienze tecniche Dietetiche applicate presso il Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano.
Per dare delle indicazioni chiare ai cittadini in collaborazione con Colgate, è stato realizzato un Regolario e Piramide odonto-alimentare.piramide alimentare

Il Regolario di Igiene Orale 3.0 è un documento composto da 10 punti che insegnano ad utilizzare il cibo in modo appropriato per una buona igiene orale, soprattutto negli intervalli tra i pasti principali e quando non è possibile lavare i denti.
Suggerisce come combinare i diversi alimenti privilegiando il consumo di quelli anticarie (verdure fibrose, acqua, latte, formaggi stagionati, frutta secca) o cariostatici (verdure cotte, carne) alla fine dei pasti o come spuntini, evitando di concluderli con alimenti o bevande potenzialmente cariogene (dolci, alimenti appiccicosi, bevande zuccherate, ecc.).
“Il cibo può essere un valido strumento per neutralizzare l’acidità e rimuovere in modo meccanico, cioè masticando, i residui zuccherini e appiccicosi che promuovono i processi erosivi dello smalto”, ha evidenziato la prof.ssa Lorenzini.
Per conoscere i cibi da “guardare” con sospetto e quelli “amici” dei nostri denti è stata realizzata una Piramide odonto-alimentare in cui sono stati raggruppati gli alimenti tra cariogeni, anticariogeni e cariostatici (al fondo della pagina è possibile scaricare il materiale). Piramide alimentare realizzata sulla base di una dieta mediterranea, ha vulto precisare la prof.ssa Lorenzini evidenziando come alimenti tipici di altre culture, non contemplati nella Piramide, possano essere, comunque, ottime alleate per la salute orale.
Questi i consigli alimentari
• Privilegiare cibi che hanno un’azione protettiva, elevata consistenza, che richiedono una vigorosa masticazione e che non producono fermentazione acida nel cavo orale. Infatti, alcuni tra i batteri che crescono sulla superficie dei denti si nutrono di zuccheri e producono acidi di scarto che attaccano i denti causando una perdita di minerali che, a sua volta, può determinare la lesione cariosa.
Fondamentale riconoscere gli alimenti a seconda del loro potere cariogeno, cariostatico o anticariogeno.
• Capire se possono essere consumati in associazione fra loro o quali sono i momenti della giornata in cui è preferibile assumerli.
• Gli alimenti cariogeni, ad esempio agrumi, cereali, bevande dolci, possono favorire l’insorgenza e lo sviluppo della carie ma solo in presenza di placca batterica; non vanno esclusi dalla dieta ma possono essere consumati in associazione con cibi protettivi.
• I cibi anticariogeni, come il latte, i formaggi stagionati o la frutta secca, contrastano la formazione della carie favorendo la crescita di batteri benefici.
• I cibi cariostatici, come carne, pesce, uova e quasi tutte le verdure, sono neutri; per questo, anche in assenza di un’adeguata igiene orale, aiutano a proteggere i denti. Sia gli alimenti anticariogeni che i cariostatici sono perfetti per uno spuntino o a fine pasto

Fonte: www.odontoiatria33.it

 


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Alito cattivo (alitosi): cause e rimedi.

Introduzione
L’alito cattivo o pesante, scientificamente alitosi, sta ad indicare l’odore sgradevole che si emette durante la respirazione. E’ un disturbo che può colpire soggetti di qualsiasi sesso ed età, anche se il problema si presenta con maggior frequenza con l’aumentare dell’età. Dal punto di vista sociale è una problematica in grado di provocare un forte imbarazzo in chi ne è colpito, arrivando a mettere a rischio le relazioni interpersonali per il disagio personale e per paura di procurare disagio al proprio interlocutore; esiste anche un disturbo su base psicologica chiamato alito fobia in cui il paziente lamenta una forte alitosi nonostante l’insussistenza del problema.
Si stima che il 25% della popolazione soffra periodicamente di questo problema ed il 6% presenti alito cattivo in modo permanente.
Cause
Le cause di un alito cattivo sono molteplici e di varia natura; nella maggior parte dei casi, fino al 90%, il cattivo odore ha origine direttamente in bocca, molto spesso per l’accumulo di residui di cibo che vengono trasformati dal metabolismo dei batteri responsabili della placca, presenti a causa di una insufficiente igiene orale su denti e lingua. E’ inoltre possibile che la causa sia una ridotta idratazione della mucosa orale.
Quando la causa non è localizzata nel cavo orale, possono essere diverse malattie a causare l’alitosi:
• malattie respiratorie (tonsillite, bronchite e sinusite per esempio),
• malattie digestive (reflusso gastroesofageo, …)
• malattie sistemiche (diabete, disfunzioni epatiche o renali).
Più raramente la causa del disturbo è dovuta alla presenza di alcune sostanze specifiche:
• Cibi (aglio, cipolla, cibi speziati, …),
• Altre sostanze (tabacco, alcool, farmaci, …)
Quando l’alitosi nasce in bocca
Il problema è legato alla putrefazione di cibo, alla presenza di cellule morte della mucosa orale e microscopici residui ematici; a seguito di una complessa serie di reazioni chimiche con i batteri presenti, in particolar modo sulla parte posteriore della lingua, ha origine l’odore sgradevole.
Altri insediamenti batterici responsabili possono essere talvolta individuati negli spazi interdentali, a ridosso di ricostruzioni dentali imperfette, per la comparsa di ascessi e per la scarsa igiene di protesi fisse e protesi mobili.
Inoltre esiste tutta una serie di alimenti in grado di peggiorare l’alitosi:
• latticini (latte, fomaggio, yogurt, gelato, …),
• cipolle ed aglio,
• alcool (per disidratazione della bocca),
• zucchero (perchè in grado di fungere da stimolo alla proliferazione batterica),
• caffè (a causa del suo pH acido).
Esistono poi tutta una serie di concause che possono aggravare il problema:
• scarsa salivazione,
• scarsa igiene orale,
• carie non individuata,
• resti di cibo,
• infezioni locali (per esempio mughetto),
• inspirazione attraverso la bocca (respirare cioè senza l’ausilio del naso),
• stress,
• fumo,
• alcool.
Diagnosi
Una diagnosi medica dell’alitosi può avvenire secondo diverse metodologie:
• Con un esame obiettivo dell’Odontoiatra o dell’Igienista Dentale viene valutato l’alito e, separatamente, l’aria proveniente dal naso a 3 diverse distanze per determinare la presenza o meno del problema e l’eventuale severità.
• Con l’alitometro che è un dispositivo specifico per la valutazione dell’alitosi;
• Con la gascromatografia per rilevare le sostanze presenti;
• Con il BANA test per individuare le specie batteriche presenti nel cavo orale.
Cura e terapia
Lo specialista di riferimento per questo problema è il dentista, che è in grado di valutare e diagnosticare eventuali problemi.
Il paziente dovrà mettere in atto una serie di strategie per cercare di risolvere il problema; sarà opportuno intensificare ed eventualmente migliorare l’igiene orale quotidiana. Oltre alla normale pulizia dei denti, magari con l’ausilio di prodotti specifici, è possibile provare a:
• pulire la lingua con appositi dispositivi;
• utilizzare scovolini o filo interdentale per rimuovere depositi di cibo fra i denti.
I colluttori e dentifrici formulati per combattere l’alitosi contengono di norma principi attivi antibatterici, tra cui:
• Fluoro,
• Zinco,
• Eteri aromatici,
• Oli essenziali.
Prevenzione
1. Lavare i denti dopo ogni pasto con movimenti appropriati per detergere bene in corrispondenza del bordo gengivale e sulla superficie dei denti. Dopo aver spazzolato i denti necessario spazzolare anche la lingua, in particolare la parte dorsale più vicina alla gola utilizzando lo stesso spazzolino da denti o ancor meglio con un netta o pulisci lingua.
2. Usare il filo interdentale o gli scovolini almeno 1 volta al giorno per rimuovere i residui di cibo fra i denti.
3. Mangiare più frutta e verdura tutti i giorno e diminuire il consumo di carne.
4. Eliminare i cibi cosiddetti alitogeni contenenti cipolla, aglio e altri condimenti in grado di peggiorare l’alito.
5. Evitare il consumo di alcool.
6. Evitare di fumare.
7. Mantenere la bocca sempre umida, eventualmente con l’aiuto di una caramella od una gomma senza zucchero alla menta o bere di più se la bocca sembra essere piuttosto secca.
8. Se si è portatori di protesi o dentiere ricordarsi di disinfettarle spesso, se possibile dopo ogni pasto, lasciandola a bagno in una soluzione disinfettante dopo averla spazzolata.
9. Sottoporsi a periodiche visite dal dentista e sottoporsi alle sedute di igiene orale secondo i consigli dell’Odontoiatra o dell’Igienista Dentale di fiducia.

Dott. Savino Cefola