Dr Savino Cefola - Akesios Dental Beauty

La sindrome della bocca che brucia.

La glossodinia, conosciuta anche nelle varianti di sindrome della bocca bruciante, sindrome della bocca che brucia, sindrome della bocca urente, è una condizione patologica per la quale si riscontra un dolore intenso, simile a quello provocato da un’ustione, a livello del cavo orale.
La sindrome della bocca urente è caratterizzata da bruciore e dolore cronico a livello orale. Il dolore può interessare lingua, gengive, labbra, interno delle guance, palato, o essere diffuso a tutto il cavo orale.
Il dolore può essere intenso, come se la bocca fosse ustionata. Spesso, però, la causa della sintomatologia non riesce ad essere identificata, il che rende la terapia molto difficile.
La sindrome interessa il 3% della popolazione (circa 1 milione e mezzo in Italia) prevalentemente donne, ed inizia in età adulta avanzata, tra i 50 ed i 70 anni.
Cause
In caso di sindrome primitiva, la sintomatologia sembra correlata al gusto ed ai nervi sensitivi (possibile base neuropatica della sindrome della bocca urente, con un’alterata eccitabilità nel pathway nocicettivo trigeminale a livello del sistema nervoso centrale e/o periferico).
Nella sindrome secondaria, invece, la sintomatologia è legata ad una o più tra le patologie responsabili della sindrome:
• xerostomia da farmaci o da patologie quali la s. di Sjogren;
• micosi orali;
• lichen planus del cavo orale;
• lingua a carta geografica;
• fattori psicologici come ansia, depressione, patofobia;
• deficit di zinco, ferro, folati, tiamina, riboflavina, piridossina, cobalamina;
• protesi dentarie per lo stress a livello della muscolatura e dei tessuti della bocca e per l’irritazione per eventuale incompatibilità con i materiali;
• danno neurologico dei nervi correlati al controllo del gusto e del dolore a livello linguale;
• allergie o reazioni a cibi, aromi, additivi;
• reflusso gastroesofageo con acido gastrico che risale fino al cavo orale;
• farmaci soprattutto alcuni antipertensivi (gli ACE-inibitori);
• bruxismo;
• squilibri endocrino o ormonali come diabete, ipotiroidismo, menopausa;
• irritazione orale da abitudini incongrue come l’eccessivo spazzolamento della lingua, l’eccessivo uso di colluttori, l’abuso di bevande acide ed alcoliche
Fattori di rischio
Di solito la forma primitiva inizia spontaneamente, senza fattori di innesco, anche se i ricercatori evidenziano alcuni fattori che possono incrementare il rischio di sviluppare la sindrome:

• essere un “supertaster”, vale a dire soggetti con predisposizione genetica a percepire di più i sapori per maggiore quantità di papille sulla lingua
• infezioni delle vie aeree superiori;
• precedenti interventi odontoiatrici;
• farmaci;
• eventi traumatici della vita;
• stress;
• farmaci.
Manifestazioni cliniche sintomatologia e segni
La sintomatologia della bocca urente comprende:
• perdita del gusto (ageusia);
• alterazioni del gusto con sapore metallico o amaro (disgeusia);
• bocca secca;
• aumentata sete;
• dolore orale che progredisce nel corso della giornata;
• formicolio, intorpidimento della bocca o della punta della lingua;
• bruciore a livello di lingua, gengive, labbra, interno delle guance, palato.
Il dolore presenta differenti pattern; può essere:
• giornaliero, poco intenso all’inizio ma che peggiora nel corso della giornata;
• continuo che inizia al mattino e persiste invariato per tutto il giorno;
• irregolare che presenta fasi di completa assenza, anche di alcuni giorni.
Quale che sia il pattern sintomatologico, i sintomi spesso durano per anni prima che venga posta la diagnosi giusta ed iniziato un idoneo trattamento.
Non esistono test per determinare se un soggetto soffre di questa sindrome, o cosa scateni il dolore alla bocca.

Ruolo del medico e del dentista è escludere le patologie responsabili della sindrome secondaria.
Gli esami da effettuare sono:
• routine ematochimica completa, comprensiva di funzionalità tiroidea, dosaggi dei fattori nutrizionali e della funzione immunitaria;
• esame colturale del cavo orale, alla ricerca di infezioni virali, batteriche, fungine;
• test allergologici in caso di anamnesi positiva per esposizione ad allergeni;
• misura della salivazione per verificare se esista un ridotto flusso salivare;
• valutazione psicologica;
se indicata,
• pH-metria (o impedenzometria) per documentare eventuali episodi di reflusso gastro-esofageo.
• Imaging radiologica endoscopia
• Si ricorre, se necessario, ad ecografia, TC, RMN.
Terapia
Non esiste un modo certo per trattare la sindrome, e mancano evidenze certe per i metodi più comunemente usati.
Dal momento che la scelta della terapia dipende sia dai segni e dai sintomi, oltre che dalla presenza di eventuali condizioni scatenanti, è importante identificare con esattezza la causa scatenante, se presente. Se non si identifica alcuna causa, allora il trattamento è empirico.
Misure generali igienico dietetiche
Evitare tabacco, alimenti con menta o cannella, cibi troppo speziati, alimenti acidi come pomodori, arance, caffé, variare dentifrici, ridurre lo stress eccessivo.
Farmaci di scelta
Le opzioni farmacologiche sono:
• Clonazepam un farmaco antiepilettico.
• Acido alfa-lipoico, un potente antiossidante prodotto naturalmente dall’organismo.
• Antimicotici per il mughetto.
• Antidepressivi come gli SSRI;
• Topiramato, che agisce a differenti livelli di trasmissione neurale, bloccando i canali del sodio e del calcio, aumentando la concentrazione di GABA e diminuendo la funzione del glutammato in sede post-sinaptica.
• Complessi vitaminici B (anche se in realtà i veri deficit vitaminici sono solo dei pazienti con malassorbimento).
• Terapia cognitivo-comportamentale.
• Prodotti a base di capsaicina.
Complicanze
Possono essere le cause o essere correlate al dolore:
• disturbi del sonno;
• irritabilità;
• depressione;
• ansia;
• disturbi uditivi;
• ridotta socializzazione.
fonte: Nasochiuso.com

10 Aprile 2024

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