Category Archives: Curiosità

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Storia della Carie.

Sebbene gli alimenti cariogeni per eccellenza, come bevande zuccherate e dolciumi appiccicosi, siano comparsi nella dieta dell’uomo solo in epoche recenti, i reperti storici indicano chiaramente come la carie abbia da sempre rappresentato un problema per l’essere umano.
Indubbiamente, la dieta dei nostri avi, molto più povera di zuccheri e ricca di alimenti che richiedevano una forte masticazione, rappresentava in un certo senso un fattore protettivo, tanto che fino a pochi decenni fa la carie imperversava soprattutto nella bocca dei nobili. Per le stesse ragioni, però, era assai più diffuso il problema dell’usura dentale.
Segni di carie sono stati riscontrati anche nelle mummie egizie e ancor prima nei ritrovamenti fossili di Homo rhodesiensis. Anche denti di crani ritrovati in Portogallo, a Murene, e risalenti al Mesolitico presentano esiti di processi cariosi.
Una tavoletta babilonese fatta risalire al 1800 a.C riporta la famosa leggenda del verme dei denti, ritenuto responsabile della carie. Si narra che un verme affamato nato nel fango avesse implorato gli dei di concedergli un posto tra i denti dell’uomo, dove abbondano i residui alimentari. Ottenuto il permesso divino, il verme cominciò a scavare cunicoli e caverne, dando vita a quella che oggi chiamiamo carie.
Individuato il nemico, non mancarono soluzioni pittoresche per tentare di ucciderlo; a quei tempi, la credenza del verme dei denti si era diffusa un pò ovunque e per tentare di ucciderlo si utilizzavano paste medicamentose a base di estratti vegetali, parti animali e sostanze minerali. Ad esempio si ponevano granelli di sale e di pepe a diretto contatto con la cavità cariosa, ma anche chiodi di garofano, erbe velenose come il giusquiamo e veleni come l’arsenico. Dopo la “disinfezione” per chiudere la cavità si utilizzavano delle resine.
Anche se non vi sono prove certe a riguardo, alcuni studiosi ritengono che tra gli egizi fosse diffusa la pratica di otturare i denti utilizzando oro mescolato a legno di sandalo polverizzato; di certo, a quei tempi era comune applicare ornamenti dentali d’oro e veri e propri denti artificiali (di legno o d’oro) nelle pratiche di mummificazione di persone autorevoli.
Il medico greco Galeno (129-199 d.C.) propose l’utilizzo di un’infusione di origano e arsenico in olio, da porre nella cavità cariosa che veniva poi chiusa con la cera.
Durante il medioevo la carie ebbe vita facile, dato che influssi medici e religiosi scoraggiavano l’igiene personale. Basti pensare che il Re Sole “perse” completamente i denti in giovane età a causa della carie, e non fece più di due bagni in tutta la sua vita. Mercanti e ciarlatani di piazza avevano quindi gioco facile nel vendere a caro prezzo i più disparati rimedi contro la carie, come scaglie di serpente, cervella di lepre, peli animali e via discorrendo. Durante quel periodo vi furono comunque medici dall’approccio più razionale nei confronti delle patologie dentali, le cui teorie e soluzioni iniziarono a trovare ampio consenso nel Rinascimento.
L’ipotesi del verme della carie resistette fino all’avvento del microscopio, per essere definitivamente abbandonata sul finire del XVIII secolo. All’inizio dell’800 vennero messe a punto le prime amalgame per otturazioni, mentre solo all’inizio del XX secolo venne sviluppata la teoria moderna secondo cui la carie è il frutto dell’insulto lesivo, sullo smalto dentale, degli acidi prodotti dal metabolismo batterico degli zuccheri.

Tratto da Mypersonaltrainer


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La curva di Stephan.

La curva di Stephan raffigura l’andamento del pH della placca dopo il consumo di un pasto ricco di zuccheri. Tale curva viene spesso ripresa dagli spot pubblicitari di chewin-gum senza zucchero e di altri presidi utili quando non è possibile eseguire una corretta igiene orale con spazzolino e dentifricio.

Negli anni ’40 del secolo scorso, Stephan effettuò una serie di esperimenti in vivo misurando il pH della placca tramite degli elettrodi posti sulla superficie dentaria. I dati raccolti da Stephan dimostrarono come, subito dopo uno sciacquo con soluzione zuccherata, il pH della placca scenda bruscamente nel giro di 5 minuti, per poi risalire gradualmente ai valori basali nei successivi 30 minuti. Ciò dimostra come, nei 20-30 minuti dopo il pasto, si raggiungano livelli di acidità lesivi per lo smalto, che inizia a soffrire a pH inferiori a 5.5 demineralizzandosi con perdita di calcio e fosfato. Il ripristino del pH nei successivi 30 minuti si deve all’aumento della concentrazione di bicarbonati nella saliva.
L’andamento della curva di Stephan è simile in soggetti con denti sani e in quelli affetti da carie; tuttavia, in questi ultimi i valori di pH sono mediamente inferiori, sia a livelli basali che nel picco di acidità dopo il pasto zuccherato.
La curva di Stephan spiega il motivo per cui è importante evitare il consumo ravvicinato di spuntini zuccherosi e dolciumi, molto comune nei bambini. Simili abitudini, infatti, portano ad aumentare il periodo di tempo in cui lo smalto è esposto a livelli di acidità critici. Per questo, è preferibile consumare un alimento dolce durante i pasti principali, evitando gli spuntini fuori pasto.

tratto da www.my-personaltrainer.it


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L’igiene orale comincia a tavola.

L’80% della popolazione mondiale soffre per la carie, un cittadino italiano su due è, ancora oggi, affetto da carie, ad essere interessati prevalentemente gli adulti (tra i 30 e i 50 anni), e la carie è direttamente correlata a una scarsa igiene orale: il 77% dei soggetti con cattiva igiene orale presenta carie a fronte del 34% con buona igiene orale. Scarsa salute orale che diventa anche un problema sociale visto che i cittadini europei perdono in media ogni anno 6 giorni di lavoro per le cure odontoiatriche con un costo di 79 miriadi di euro.
A ricordarlo Giampietro Farronato, professore Ordinario di Ortognatodonzia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e presidente SIDO presente ad un evento organizzato da Colgate per sottolineare come il cibo possa essere un alleato per la salute orale. E non poteva essere che Eataly di Milano la sede che ha ospitato la presentazione.
Il cibo e salute orale è un binomio inscindibile e molto spesso si associa, giustamente, certi cibi al rischio carie ma non è sempre
così, a volte il cibo può essere un alleato per tutelare al salute orale.
Ovviamente, ha ricordato il prof. Farronato, “zuccheri ed altri cibi possono alterare i livelli di acidità e la quantità di zuccheri presenti nella saliva”, quindi male. Bene, invece, se ci laviamo i denti almeno 20 minuti dopo che abbiamo mangiato, non avremo “alimentato” il batteri che favoriscono la carie e neppure “corroso” le superfici dei nostri denti.

Ma se non possiamo lavarci i denti dopo ogni pasto?
Il cibo può venirci in aiuto, l’Igiene orale passa anche attraverso una sana alimentazione, ha detto la prof.ssa Erna Lorenzini, medico, professore Aggregato in Scienze tecniche Dietetiche applicate presso il Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano.
Per dare delle indicazioni chiare ai cittadini in collaborazione con Colgate, è stato realizzato un Regolario e Piramide odonto-alimentare.piramide alimentare

Il Regolario di Igiene Orale 3.0 è un documento composto da 10 punti che insegnano ad utilizzare il cibo in modo appropriato per una buona igiene orale, soprattutto negli intervalli tra i pasti principali e quando non è possibile lavare i denti.
Suggerisce come combinare i diversi alimenti privilegiando il consumo di quelli anticarie (verdure fibrose, acqua, latte, formaggi stagionati, frutta secca) o cariostatici (verdure cotte, carne) alla fine dei pasti o come spuntini, evitando di concluderli con alimenti o bevande potenzialmente cariogene (dolci, alimenti appiccicosi, bevande zuccherate, ecc.).
“Il cibo può essere un valido strumento per neutralizzare l’acidità e rimuovere in modo meccanico, cioè masticando, i residui zuccherini e appiccicosi che promuovono i processi erosivi dello smalto”, ha evidenziato la prof.ssa Lorenzini.
Per conoscere i cibi da “guardare” con sospetto e quelli “amici” dei nostri denti è stata realizzata una Piramide odonto-alimentare in cui sono stati raggruppati gli alimenti tra cariogeni, anticariogeni e cariostatici (al fondo della pagina è possibile scaricare il materiale). Piramide alimentare realizzata sulla base di una dieta mediterranea, ha vulto precisare la prof.ssa Lorenzini evidenziando come alimenti tipici di altre culture, non contemplati nella Piramide, possano essere, comunque, ottime alleate per la salute orale.
Questi i consigli alimentari
• Privilegiare cibi che hanno un’azione protettiva, elevata consistenza, che richiedono una vigorosa masticazione e che non producono fermentazione acida nel cavo orale. Infatti, alcuni tra i batteri che crescono sulla superficie dei denti si nutrono di zuccheri e producono acidi di scarto che attaccano i denti causando una perdita di minerali che, a sua volta, può determinare la lesione cariosa.
Fondamentale riconoscere gli alimenti a seconda del loro potere cariogeno, cariostatico o anticariogeno.
• Capire se possono essere consumati in associazione fra loro o quali sono i momenti della giornata in cui è preferibile assumerli.
• Gli alimenti cariogeni, ad esempio agrumi, cereali, bevande dolci, possono favorire l’insorgenza e lo sviluppo della carie ma solo in presenza di placca batterica; non vanno esclusi dalla dieta ma possono essere consumati in associazione con cibi protettivi.
• I cibi anticariogeni, come il latte, i formaggi stagionati o la frutta secca, contrastano la formazione della carie favorendo la crescita di batteri benefici.
• I cibi cariostatici, come carne, pesce, uova e quasi tutte le verdure, sono neutri; per questo, anche in assenza di un’adeguata igiene orale, aiutano a proteggere i denti. Sia gli alimenti anticariogeni che i cariostatici sono perfetti per uno spuntino o a fine pasto

Fonte: www.odontoiatria33.it

 


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Il decalogo per una pelle sana e bella.

Prendere il sole ma in modo intelligente, mangiare bene e in alcuni casi ricorrere agli ultimi ritrovati della medicina estetica. Sono questi alcuni dei segreti per assicurarsi una pelle sempre giovane, da sfoggiare con l’arrivo della bella stagione. Lo rivelano i dermatologi, riuniti a Napoli fino al 31 maggio, per il quarto Congresso nazionale unificato di dermatologia e venereologia, promosso dall’Associazione dermatologi ospedalieri italiani (Adoi) e dalla Società italiana di dermatologia, medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse (Sidemast). All’appuntamento campano, gli esperti hanno stilato un vero e proprio decalogo, ovvero dieci regole d’oro per assicurarsi una pelle sana, in piena salute. 1) L’idratazione è la salvezza della pelle. “Quando appare particolarmente secca e stanca – spiega uno dei presidente del congresso, Federico Ricciuti – è opportuno ricorrere a trattamenti locali a base di creme emollienti e idratanti. Oggi i dermatologi utilizzano due tecniche strumentali, non invasive, la Tewl e la Corneometria, per studiare la pelle. Inoltre, le nuove formulazioni cosmetiche sono sempre più vicine a quella che è la composizione naturale dei lipidi cutanei deputati alla nostra difesa”. 2) Mantenere sempre una pelle pulita: detergere in modo accurato la cute è fondamentale. E’ necessario utilizzare un detergente poco schiumogeno, per non alterare il film idrolipidico di superficie e non ridurre il suo effetto-barriera. E’ anche utile passare la sera, dopo la pulizia del viso e prima di andare a dormire, un cubetto di ghiaccio su viso e collo e per circa un minuto. Questa misura facilita la vasocostrizione, cioè il restringimento dei capillari, prodotta dal freddo e la successiva vasodilatazione reattiva, cioè il loro dilatarsi. Si tratta di azioni che faranno svolgere una fisiologica ‘ginnastica’ ai capillari e favoriranno l’ossigenazione e il metabolismo cellulare. 3) Fondamentale che la pelle sia levigata. Il risultato si ottiene praticando uno scrub uno o due volte a settimana sia sul viso che sul corpo. 4) Nutrirsi bene e fare scorta di antiossidanti: la prima cura di bellezza per la pelle viene dall’interno dell’organismo. Lo stress ossidativo è una delle principali cause di invecchiamento cellulare, come di numerose patologie croniche degenerative (arteriosclerosi, diabete, tumori cutanei e di altri organi). La dieta promossa dai dermatologi dell’Adoi e della Sidemast è quella mediterranea, a base di frutta, verdura, legumi e cereali integrali. E’ importante che il menu includa pesce e riduca il consumo di grassi animali a favore dell’olio di oliva, ricco di antiossidanti. 5) Controllare sempre i nei, soprattutto quelli marroncini e poco in rilievo. In questa buona abitudine, è importante affidarsi alla regola dell’Abcde, dove ‘A’ sta per asimmetria, ‘B’ per bordi, ‘C’ per colore, ‘D’ per dimensione ed ‘E’ per età o evolutività. 6) Tra le regole d’oro c’è anche l’esposizione ai raggi solari, purché oculata. “Sono pochi i rischi – svela Fabio Ayala, altro presidente del congresso e professore presso l’Università Federico II di Napoli – se l’esposizione è ragionata e preceduta dall’applicazione corretta di uno schermo solare. E’ fondamentale applicarlo spesso,in quantità adeguata e prima di 10 o 15 minuti dell’esposizione al sole, in modo che abbia il tempo di penetrare nella cute. No quindi all’esposizione indiscriminata al sole, ma porte aperte alla naturale esigenza e al giusto bisogno di evasione e di vacanza. 7) Particolare attenzione va prestata alla protezione della pelle dei bambini e delle donne in gravidanza. Si deve evitare di fare stare al sole i piccoli e le donne in dolce attesa nelle ore più calde, e proteggere entrambi con fattori di protezione elevati, almeno 15, rinnovando spesso l’applicazione. 8) Prestare attenzione alle macchie della pelle: se compaiono macchie ‘sospette’ sulla pelle, sia bianche che scure, è fondamentale rivolgersi subito allo specialista. 9) Fare attenzione all’assunzione di farmaci e all’uso di cosmetici: sono molti gli effetti indesiderati che possono sorgere in corso di somministrazione di due o più medicinali. Ma attenzione anche ai cosmetici, prima causa di irritazione alla pelle. 10) Viso: tossina botulinica e filler fanno male o bene? Gli esperti riuniti a Napoli li definiscono un ‘must’. I risultati – spiegano – spesso sono ottimi ma tutto dipende dall’abilità dell’operatore.
In definitiva i punti fondamentali per una pelle sana e bella sono:
1. Mantieni la tua pelle sempre pulita.
2. Scegli esclusivamente prodotti sicuri e di qualità possibilmente indicati dal dermatologo, medico estetico o farmacista di fiducia.
3. Proteggi la pelle con trattamenti cosmetici specifici tenendo conto delle particolari esigenze di ogni parte del corpo.
4. Evita le abitudini nocive come fumo, dormire poco, ansia, stress ed eccessivo affaticamento.
5. Cura l’alimentazione (in particolare bevi molta acqua e mangia molta frutta e verdura).
6. Limita l’esposizione alle radiazioni UV che favoriscono anche un invecchiamento precoce della pelle.
7. Utilizza protezioni solari.
8. Non irritare la pelle con prodotti troppo aggressivi.
9. Consulta periodicamente il tuo Dermatologo o il tuo Medico Estetico.
1O. Impara a conoscere la tua pelle e a prevenirne i bisogni.

tratto da: Adnkronos Salute; Dott. Savino Cefola


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Bibite gassate corrosive come le batterie dell’auto.

Le bibite gassate corrodono lo smalto dei denti quasi come l’acido contenuto nelle batterie delle automobili. Insomma, “i soft drink alla lunga determinano una significante perdita dello spessore dello smalto”. Lo riferisce una ricerca della Southern Illinois University School of Dental Medicine, in Usa. Colpa dell’acido citrico e fosforico, ingredienti base di lattine e bottiglie ad alto tasso di bollicine. Gli scienziati statunitensi spiegano su General Dentistry, che “le bibite gassate e zuccherate non dovrebbero destare preoccupazione solo per i loro effetti sull’ago della bilancia. Oltre a essere responsabili dell’aumento di peso, infatti, danneggiano irrimediabilmente i denti”. Conclusioni che hanno fatto subito scendere sul piede di guerra i colossi dell’industria alimentare. “Lo studio semplicemente non fotografa la realtà”, commenta la portavoce dell’associazione americana dei produttori di bibite, Tracey Halliday. Contestato anche il metodo con cui è stata condotta la ricerca. Gli scienziati Usa hanno sottoposto a esame 20 soft drink, comprese le best-seller Coca Cola, Pepsi, 7Up e le loro versione senza zucchero. E hanno misurato la loro acidità appena stappate. Quindi hanno immerso per 48 ore, dopo averle pesate, porzioni di smalto da denti appena estratti. Ebbene: “Lo smalto immerso in Coca Cola, Pepsi, Rc Cola, Squirt, Surge, 7 Up e Diet 7 Up, aveva perduto oltre il 5% del suo peso”. Nella speciale classifica delle bibite meno amiche dei denti, la maglia nera va alla Rc Cola (pH 2,387), seguita dalla Cherry Coke (pH 2,522) e dalla Coca Cola (pH 2,525). Per poter fare il confronto, i ricercatori evidenziano come l’acido delle batteria abbia un pH pari a 1 e l’acqua pura, a temperatura ambiente, pari a 7. Il grado di erosività dei soft drink però è il risultato di una serie di varianti: il peso maggiore è sicuramente dell’acido citrico.

fonte ww.torinomedica.com